Nuova Riveduta:

Luca 9:26

Perché se uno ha vergogna di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo avrà vergogna di lui, quando verrà nella gloria sua e del Padre e dei santi angeli.

C.E.I.:

Luca 9:26

Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi.

Nuova Diodati:

Luca 9:26

Perché, se uno ha vergogna di me e delle mie parole, anche il Figlio dell'uomo avrà vergogna di lui, quando verrà nella gloria sua e del Padre e dei santi angeli.

Riveduta 2020:

Luca 9:26

Perché, se uno ha vergogna di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo avrà vergogna di lui, quando verrà nella gloria sua, del Padre e dei santi angeli.

La Parola è Vita:

Luca 9:26

Quando io, il Messia, verrò nella mia gloria, nella gloria di mio Padre e dei santi angeli, allora mi vergognerò di tutti quelli che ora si vergognano di me e delle mie parole.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Luca 9:26

Perché se uno ha vergogna di me e delle mie parole, il Figliuol dell'uomo avrà vergogna di lui, quando verrà nella gloria sua e del Padre e de' santi angeli.

Ricciotti:

Luca 9:26

Invero se uno avrà vergogna di me e delle mie parole, il Figliuol dell'uomo avrà vergogna di lui quando verrà nella sua gloria e in quella del Padre e dei santi angeli.

Tintori:

Luca 9:26

Se uno ha vergogna di me e delle mie parole, di lui il Figlio dell'uomo si vergognerà, quando verrà nella gloria sua e del Padre e dei santi angeli.

Martini:

Luca 9:26

Imperocché chi si vergognerà di me, e delle mie parole: si vergognerà di lui il Figliuolo dell'uomo, quando verrà con la maestà sua, e del Padre, e de' santi Angeli.

Diodati:

Luca 9:26

Perciocchè, se alcuno ha vergogna di me, e delle mie parole, il Figliuol dell'uomo altresì avrà vergogna di lui, quando egli verrà nella gloria sua, e del Padre suo, e de' santi angeli.

Commentario abbreviato:

Luca 9:26

18 Versetti 18-27

È un'indicibile consolazione che nostro Signore Gesù sia l'Unto di Dio; ciò significa che è stato designato per essere il Messia e che era qualificato per esserlo. Gesù parla delle sue sofferenze e della sua morte. I suoi discepoli non devono pensare a come evitare le sue sofferenze, ma devono prepararsi alle proprie. Spesso incontriamo delle croci sulla strada del dovere; e anche se non dobbiamo caricarcele sulla testa, tuttavia, quando vengono poste per noi, dobbiamo prenderle e portarle dietro a Cristo. La vita va bene o male per noi, come va bene o male per le nostre anime. Il corpo non può essere felice se l'anima è infelice nell'altro mondo; ma l'anima può essere felice anche se il corpo è molto afflitto e oppresso in questo mondo. Non dobbiamo mai vergognarci di Cristo e del suo Vangelo.

Riferimenti incrociati:

Luca 9:26

Lu 12:8,9; Sal 22:6-8; Is 53:3; Mat 10:32,33; Mar 8:38; Giov 5:44; 12:43; Rom 1:16; 2Co 12:10; Ga 6:14; 2Ti 1:12; 2:12; Eb 11:26; 13:13; 1P 4:14-16; Ap 3:5
Lu 13:25-27; Mat 7:22,23; Ap 21:8
Dan 7:10; Mat 16:27; 24:30,31; 25:31; 26:64; 2Te 1:8-10; Giuda 1:14; Ap 1:7; 20:11

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